martedì 17 dicembre 2013

La Cultura della Memoria


Samuel Modiano nel 1943, orfano della madre Diana, aveva 13 anni ed insieme ad altri 2.500 appartenenti alla comunità ebraica di Rodi, viene rastrellato e deportato in Germania. Arriva a Birkenau con il padre Giacobbe e la sorella Lucia di tre anni più grande di lui, marchiato con il numero B 7456 sul braccio. Sarà proprio nel campo di concentramento che Samuel diventa un uomo dopo il suo "bar – mitzvah" (il momento in cui, per la tradizione ebraica, un giovane diventa adulto).
Oggi è impegnato a raccontare la sua esperienza nella Shoah ai giovani e, per questo, lo scorso 29 novembre 2013 gli è stato conferito il Dottorato Honoris Causa «per l'instancabile impegno con cui si dedica a testimoniare la sua tragica esperienza, segnata dall'espulsione da scuola, a Rodi, all'età di otto anni - ordinata in ottemperanza al dettato delle Leggi razziste - e dalla deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell'estate del 1944, nella ricorrenza del settantacinquesimo anniversario dell'emanazione delle Leggi del 1938, per proseguire al più alto livello l'azione di promozione della Memoria e di sostegno alla ricerca storica».


Maura de Bernart ha lavorato all'Istituto Universitario S.Orsola Benincasa di Napoli, alla St.John University di New York (USA), all'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Dal 1991 è in servizio presso l'Università di Bologna, dove dal 1997-98 insegna Storia del pensiero sociologico presso la Facoltà di Scienze Politiche "R. Ruffilli" di Forlì. Dal 2008-09 insegna anche un modulo di Jewish life and Shoah in Central Europe, ora ricompreso nel corso di Jewish Studies and Socio-Religious Transitions. E' stata visiting professor presso l'Università di Phnom Pehn (Cambogia) e di Tuzla (Bosnia-Herzegovina). Fa ricerca sulla Shoah, su altri genocidi, sulle migrazioni e, in generale; sulle questioni legate alla lingua parlata in immigrazione e sulle seconde generazioni. E' membro della rete Università e Giorno della Memoria, e cura le attività per il Giorno della Memoria presso il campus di Forlì. Coordina il Progetto europeo di Active Remembrance ECOSMEG (European Cosmopolitanism and Sites of Memory through Generations), dicembre 2012-maggio 2014.

"IL VALORE DELLA MEMORIA"STUDENTI DEL G.VICO HANNO INCONTRATO MAURA DE BERNART E SAMUEL MODIANO

SULMONA - Un toccante e partecipato incontro si è svolto lo scorso sabato presso il Cinema Pacifico di Sulmona sul "Valore della Memoria". Protagonisti  Maura de Bernart, Samuel Modiano, gli insegnanti e gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. VICO” del Polo Umanistico, Artistico, Classico, Economico-sociale e Linguistico, tutti  uniti per parlare del Valore  della  Memoria  e per accogliere le testimonianze eccezionali e per farsi a loro volta testimoni,  preparati alla riflessione e alla ricostruzione critica di una pagina tanto difficile della storia d’Europa.
Presenti sul palco del cinema Pacifico la dirigente scolastica dell'Istituto G.Vico di Sulmona Caterina Fantauzzi e la professoressa Martorella insieme a Maura de Bernart e Samuel Modiano. Durante la manifestazione è stato proiettato un video "Se questo è un uomo"tratto da un romanzo testimonianza di Primo Levi scritto tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947."Come si fa quando si hanno 17-18 anni oggi ad accedere storia, alla verità della storia, perché il rischio è di trovare tante bugie"ha detto la Bernart."Io vi do qualche consiglio. La vostra possibilità di accedere alla verità della storia dipende dalla cultura della memoria che abbiamo creato e vi trasmettiamo noi adulti. Vagliate la cultura della memoria per le generazioni che vi precedono, chiedete non abbiate paura di domandare"ha sottolineato Bernart.Samuel Modiano nel 1943, orfano della madre Diana, aveva 13 anni ed insieme ad altri 2.500 appartenenti alla comunità ebraica di Rodi, viene rastrellato e deportato in Germania. Arriva a Birkenau con il padre Giacobbe e la sorella Lucia di tre anni più grande di lui, marchiato con il numero B 7456 sul braccio. Modiano è uno dei pochi superstiti oggi è impegnato a raccontare la sua esperienza nella Shoah ai giovani e, per questo, lo scorso 29 novembre 2013 gli è stato conferito il Dottorato Honoris Causa «per l'instancabile impegno con cui si dedica a testimoniare la sua tragica esperienza, segnata dall'espulsione da scuola, a Rodi, all'età di otto anni - ordinata in ottemperanza al dettato delle Leggi razziste - e dalla deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell'estate del 1944, nella ricorrenza del settantacinquesimo anniversario dell'emanazione delle Leggi del 1938, per proseguire al più alto livello l'azione di promozione della Memoria e di sostegno alla ricerca storica».
"Sono uno dei pochissimi sopravvissuti di questi campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau" ha ricordato alla numerosa platea di studenti Samuel Modiano."A otto anni sono stato escluso dalla scuola perché ero ebreo. Singhiozzando e piangendo ho avuto la forza di chiedere al maestro  il perché, il motivo di questa espulsione, sapendo di non aver commesso niente. Lui molto amareggiato mi disse, Sami non piangere, non hai commesso niente di male, vai a casa e papà ti spiegherà il motivo di questa tua espulsione. Tornai a casa piangendo e raccontando a mio padre quello che era successo. Lui mi ha abbracciato ed ha cercato di spiegarmi il motivo che io non capivo. Le leggi razziali sulla razza ebraica, tutti motivi che io rifiutavo. Non mi sento diverso dagli altri miei compagni di classe" dissi a mio padre."Io non accettavo questa definizione e la rifiutavo nei miei otto anni e mezzo di età e la rifiuto tuttora perché mi sento uguale a tutti quanti voi" ha sottolineato Modiano tra gli applausi degli studenti."Non sono potuto andare a scuola perché ero colpevole di essere nato ebreo. Avete avanti a voi oggi una persona che non ha una cultura scolastica, ha molte altre definizioni, mi sono fermato ragazzino alla terza elementare, tutto quello che ho imparato in seguito l'ho imparato dalla vita. Non ho potuto studiare perché ripeto ero colpevole di essere nato ebreo"ha ripetuto singhiozzando Modiano. "Il 16 agosto eravamo arrivati nella fabbrica della morte. Noi lo ignoravamo, perché ci avevano detto che saremo stati mandati a lavorare. Io ero un ragazzo, avevo 13 anni e mezzo, ci hanno buttato nei lager, noi uomini in quello A e le donne in quello B, separati da loro con fili spinati percorsi dalla alta tensione. Io sono stato fortunato perché ero sempre con mio padre che mi ha protetto. Mia madre è morta prima che questo olocausto accadesse e sono contento perché ora posso almeno ritrovarla in una tomba, ma per il mio papà e mia sorella questo non è possibile perché sono andati in fumo" ha ricordato Modiano.          

(Centroabruzzonews - 23 Dicembre 2013)