lunedì 27 gennaio 2014

La memoria degli studenti

L'istituto Vico ha celebrato oggi il genocidio della Shoah. Il viaggio ad Auschwitz nella memoria

Nella mattinata di oggi, presso l’Agenzia di promozione culturale, si è svolto un incontro sul genocidio della Shoah. Protagonista l’istituto G.B. Vico, il quale ha permesso agli alunni dell’intero polo (liceo classico e artistico compreso) di partecipare. La professoressa Gelanda Martorella e alcuni studenti hanno presentato una sorta di relazione-testimonianza circa il viaggio, compiuto il 19 e il 20 gennaio scorsi, nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. La delegazione, composta dalla preside del Vico Caterina Fantauzzi, la prof. Martorella, quattro studenti (due del Vico, uno del classico e uno dell’artistico), il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il presidente del Senato Piero Grasso, ha visitato il campo di concentramento e la città di Cracovia. Le “guide speciali” di questo indimenticabile viaggio sono state Samuel Modiano e le sorelle Tatiana e Andra Bucci, sopravvissuti allo sterminio. Modiano ritiene che sia un errore chiamare il genocidio con il termine olocausto, che vuol dire sacrificio offerto a Dio. Il termine più appropriato, secondo il suo parere, è Shoah, ossia catastrofe. Le testimonianze delle sorelle Bucci, ebree, deportate in tenera età ad Auschwitz con la famiglia, di cui non ebbero più notizie, o di Shlomo Venezia, ebreo greco scampato alla morte perché fu scelto per tagliare i capelli ai cadaveri degli ebrei, resteranno impresse nella mente dei ragazzi che hanno vissuto questa esperienza.
Durante la conferenza, inoltre, sono stati proiettati dei filmati che ripercorrevano il viaggio compiuto dai fortunati studenti e dei frammenti di testimonianze dei sopravvissuti. I racconti, le foto, i video raccolti sono come un pugno allo stomaco: così veri, crudi, disumani e spietati che sembra incredibile che una mente umana abbia compiuto questa barbarie. “Purtroppo la storia ci mette di fronte ad una terribile verità: l’uomo, a volte, può essere davvero feroce e crudele”, afferma la preside. Torture, offese, umiliazioni, uccisioni, perdita d’identità e di valore umano non potranno mai essere cancellati né dimenticati. La professoressa Martorella ritiene che i professori e la scuola siano, per gli studenti, l’anello di congiunzione tra chi ha visto e chi, fortunatamente, non ha vissuto ciò. L’intento è formare le generazioni alla tolleranza, al rispetto e all’aiuto reciproco, sebbene ci siano ancora episodi antisemiti, come quello di pochi giorni fa contro le comunità ebraiche a Roma.

(Fabiola Capaldi - Zac7)

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